Poco s'era badato prima ai lombrici, animali, a malgrado del loro numero e della loro diffusione, negletti in generale dai naturalisti. Il Darwin tenne conto scrupolosamente degli studi di alcuni moderni intorno a questi animali, ma poi colle sue ricerche spinse avanti incomparabilmente più che non fosse stato fatto mai le cognizioni intorno a questo ramo della zoologia.
Egli esamina la struttura e le funzioni dei vermi, i loro sensi, la loro intelligenza, la loro vita per la quale viene profondamente modificata e resa atta a mantener la vegetazione la superfice del suolo. Parla dell'opera dei vermi nello sgretolare le rocce, nel denudare la terra, e nel conservare i ruderi antichi. Egli dice che forse non vi sono altri animali, o certo son pochi, che abbiano avuto come i vermi una parte tanto importante nella storia del mondo.
Così viene a scorgersi come meritino ogni studio questi animali che pure hanno una struttura assai poco complicata. Altri animali anche più semplici hanno compiuto un'opera ancora più grandiosa, ma questa nelle regioni dei tropici, e sono i polipi del corallo, che il Darwin studiò nel suo viaggio e intorno ai quali scrisse un volume che fu primo a far conoscere ai naturalisti e acclamare il suo nome.
INTRODUZIONE
Soggetto del presente volume è la parte che i lombrici hanno avuto nella formazione dello strato di terra vegetale che copre tutta la superfice della crosta terrestre in ogni contrada discretamente umida. Generalmente questo strato di terra ha un colore nericcio e pochi centimetri di spessore.
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