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      Credo che essi fossero già ammalati, e la loro morte fu soltanto affrettata dalla inondazione del terreno.
      È stato sovente detto che in circostanze ordinarie i lombrici sani non escono mai, o raramente, al tutto dalle loro buche nella notte; ma questo è un errore, come da lungo tempo sapeva il White di Selborne. Al mattino, dopo che ha piovuto mollo, lo strato di fango o di finissima sabbia che copre le passeggiate ghiaiose è spesso segnato evidentemente dal loro passaggio. Osservai questo dall'agosto al maggio, questi mesi compresi, e probabilmente ciò segue negli altri due mesi dell'anno quando sono umidi. In questi casi s'incontrano pochissimi vermi di terra morti.
      Il 31 gennaio del 1881 dopo un gelo lungo e insolitamente severo, con molta neve, appena venne lo sgelo, si vedevano i viali cospersi di queste innumerevoli tracce. In una occasione, si contarono cinque tracce in uno spazio di sei centimetri e mezzo quadrati. Talora si possono seguire queste tracce, che vanno o vengono dall'apertura delle buche nei viali ghiaiosi, per distanze di 2 o 3 fino a 45 metri. Non vidi mai due tracce condurre alla stessa buca; nè è probabile, da quello che vedremo ora dei loro organi di senso, che un lombrico possa ritrovare la propria buca dopo che l'ha abbandonata. Da quanto pare escono dalle loro buche in un viaggio di scoperta, e cosi trovano nuovi luoghi da abitare.
      Il Morren afferma (11) che i lombrici stanno sovente per alcune ore quasi immobili in parte sotto, entro e vicino alle aperture delle loro buche.


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La formazione della terra vegetale per l'azione dei lombrici con osservazioni intorno ai loro costumi
di Charles Darwin
Utet
1882 pagine 231

   





White Selborne Morren