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      Quando si concentrava la luce di una candela per mezzo di una grossa lente sulla estremità anteriore, essi generalmente si ritiravano all'istante, ma questa luce concentrata non aveva effetto che una volta forse sopra una mezza dozzina di tentativi. Una volta si concentrò così la luce sopra a un lombrico che stava sott'acqua in un piattino, ed esso istantaneamente fuggì nel suo buco. In ogni caso la durata della luce, a meno che fosse sommamente debole, faceva una grande differenza nell'effetto; perchè i lombrici lasciati esposti innanzi a un lume a petrolio o a una candela si rintanano nelle loro buche dopo cinque o quindici minuti; e se si illuminano i vasi prima che i lombrici siano usciti dai loro buchi, essi non si fanno più vedere.
      Dai fatti sopra menzionati è chiaro che la luce disturba i lombrici per la sua intensità e per la sua durata. Solo l'estremità anteriore del corpo, ove sta il ganglio cerebrale, è disturbata dalla luce, come afferma Hoffmeister, e come osservai in molti casi. Se quella parte rimane all'ombra, mentre le altre parti sono in piena luce, non si ottiene nessun effetto. Siccome questi animali non hanno occhi, dobbiamo supporre che la luce passi per la pelle, e in certo modo ecciti il ganglio cerebrale. Sembrava dapprima probabile che il modo differente in cui erano offesi nelle varie occasioni potrebbe essere spiegato, sia col grado di estensione della loro pelle e la sua conseguente trasparenza, sia con qualche speciale incidenza della luce; ma non potei scoprire nessun rapporto di tal fatta.


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La formazione della terra vegetale per l'azione dei lombrici con osservazioni intorno ai loro costumi
di Charles Darwin
Utet
1882 pagine 231

   





Hoffmeister