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      Siccome i lombrici non hanno denti e la loro bocca è composta di un tessuto molto molle, si deve supporre che essi consumino i margini e il parenchima delle foglie fresche succhiandole, dopo di averle ammorbidite con un liquido digestivo. Non possono intaccare le foglie robuste come quelle del cavolo cappuccio o le foglie grosse e dure dell'edera; sebbene una di queste ultime dopo infracidita sia stata divorata in certe parti e ridotta allo stato di scheletro.
      I lombrici s'impadroniscono delle foglie e di altri oggetti non solo per cibarsene ma per coprire le aperture delle loro buche; e questo è uno dei loro istinti più potenti. Foglie e picciuoli di ogni sorta, alcuni peduncoli di fiori, sovente anche ramoscelli appassiti degli alberi, pezzetti di carta, piume, biocchi di lana e di crini di cavallo sono trascinati nelle loro buche per questo scopo. Io vidi fino a diciassette picciuoli di una Clematis che sporgevano dalla bocca di una buca, e dieci dall'apertura di un'altra. Alcuni di questi oggetti, come i picciuoli sopra menzionati, le piume, ecc, non erano mai rosicati dai lombrici. In un viale ghiaioso del mio giardino trovai molte centinaia di foglie di un pino (P. austriaca o nigricans) trascinate per la base entro alle buche. Le superfice mercè cui queste foglie si articolano sui rami sono foggiate in modo speciale, quale è la articolazione tra le ossa delle gambe di un quadrupede; e se queste superfice fossero state menomamente rosicate, il fatto sarebbe stato all'istante visibile, ma non vi era traccia di rosicatura.


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La formazione della terra vegetale per l'azione dei lombrici con osservazioni intorno ai loro costumi
di Charles Darwin
Utet
1882 pagine 231

   





Clematis