Tuttavia, questo spessore deve essere corretto, perchè i rigetti triturati, dopo che erano stati bene scossi e pigiati, non facevano una massa tanto compatta quanto il terreno vegetale, sebbene ogni particella separata fosse compattissima. Nondimeno la terra vegetale è tutt'altro che compatta, come si vede dal numero di bolle d'aria che vengono alla superfice di essa quando questa è inondata. Inoltre è compenetrata da molte radichette. Per riconoscere approssimativamente di quanto crescerebbe in volume il terreno vegetale ordinario quando fosse sbriciolato e poi seccato, si prese un masso sottile e oblungo di terra argillosa (dalla quale era stata tolta l'erbetta), venne misurata prima di spezzarla, poi bene seccata e misurata di nuovo. Il prosciugamento fece scemare il masso di 1/7 del suo volume primiero, giudicando dalle misure esterne soltanto. Venne allora triturata la terra e ridotta in parte in polvere, nello stesso modo come erano stati trattati i rigetti, e la sua mole ora superava (malgrado il restringimento prodotto dall'asciugamento) di 1/16 quello del masso originario di terra umida. Perciò lo spessore dello strato calcolato sopra, formato dai rigetti presi sullo interro, dopo di essere stati inumiditi e sparsi sopra un metro quadrato, doveva essere diminuito di 1/16; e questo ridurrà lo strato a millim. 2,25, onde si formerebbe uno strato di millimetri 22,5 di spessore nello spazio di dieci anni. Collo stesso principio i rigetti presi nel terreno comunale produrrebbero nel corso di un anno solo uno strato dello spessore di millim.
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