Lo abbassarsi di un pavimento, mentre si conserva orizzontale, può parere a prima vista improbabile; ma il caso non presenta una vera difficoltà più di quello degli oggetti rimasti alla superfice di un campo, i quali, come abbiamo veduto, si affondano di parecchi centimetri sotto alla superfice nel corso di pochi anni, sebbene formino ancora uno strato orizzontale parallelo alla superfice. Il seppellirsi del sentiero selciato del mio prato, che ebbe luogo durante le mie osservazioni, è un caso analogo. Anche quelle parti del pavimento concreto che i lombrici non poterono penetrare dovevano essere state certamente quasi minate, o dovevano essersi affondate, come le grosse pietre a Leith Hill Place e a Stonehenge, perchè il terreno doveva essersi conservato umido sotto ad esse. Ma il rapporto dell'affondarsi delle varie parti non sarebbe stato al tutto eguale, e il pavimento non era ben livellato. Le fondamenta dei muri terminanti giacciono, come si vede dalla sezione, a poca profondità dalla superfice; esse quindi avrebbero avuto la tendenza ad abbassarsi quasi nello stesso rapporto del pavimento. Ma ciò non sarebbe seguito se le fondamenta fossero state profonde, come è il caso di certe altre rovine romane che descriveremo in seguito.
Finalmente, possiamo dedurre che una grande parte della terra vegetale fina, che copriva il pavimento e le pareti mezzo rotte di questa villa, in alcuni punti ad uno spessore di 38 centimetri, venne portata su dal profondo dai lombrici. Dai fatti che menzioneremo in seguito non si può mettere in dubbio che una parte della terra più fina, portata su in tal modo, non sia stata trascinata giù ad ogni pioggia dirotta dalla superfice in pendìo del campo.
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Leith Hill Place Stonehenge
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