Queste buche vennero poi circondate da un muro di mattoni, e protette da porte a ghigliottina, acciò si potesse osservare prontamente e conservare il pavimento. Quando mio figlio Guglielmo esaminò quel luogo il 5 gennaio 1872, trovò che il pavimento nelle tre fosse si trovava alla profondità di cent. 16,8, di cent. 25, e di cent. 28,7 sotto alla superfice dell'erbetta circostante. Il vecchio custode asseriva che fu costretto sovente a togliere via dal pavimento i rigetti dei lombrici; e che egli aveva fatto ciò circa sei mesi prima. Mio figlio li raccolse tutti da una delle fosse, di cui l'area era di 51 decimetri quadrati, e pesavano 247 grammi. Calcolando che questa quantità sì fosse accumulata in sei mesi, l'accumulamento durante un anno sopra un metro quadrato sarebbe stato di 690 grammi, che, sebbene sia una quantità ragguardevole, è piccolissima se si compara con quella che, come abbiamo veduto, viene emessa sui campi e nei pascoli comuni. Quando visitai quell'abbadia il 22 giugno 1877, il vecchio diceva di aver ripulito le fosse un mese circa prima, ma da quel tempo vennero emessi molti rigetti. Io suppongo che egli credesse di avere spazzato i pavimenti più spesso di quello che non facesse realmente, perchè le condizioni erano per vari rispetti sfavorevolissime all'accumulamento di una quantità di rigetti anche moderata. Le mattonelle arrotondate sono piuttosto grandi, cioè, circa 34 centimetri quadrati, e il cemento che le riunisce in molti punti è intatto cosicchè i lombrici non potevano portare su la terra se non in certi punti soltanto.
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Guglielmo Mio
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