In un esemplare di terra vegetale fertile si è riconosciuto che la materia organica era soltanto per 1,76 per cento; in qualche terreno artificialmente preparato saliva a 5,5 per cento, e nel celebre terreno nero della Russia da 5 a 12 per cento (62). Nel terreno formato esclusivamente di foglie decomposte la quantità di sostanza organica è molto più grande, e nella torba il carbonio solo sale talora al 64 per cento; ma questi ultimi casi non ci riguardano. Il carbonio del terreno tende gradatamente ad ossidarsi ed a scomparire, tranne ove l'acqua si accumula e il clima è freddo (63); cosicchè nei pascoli vecchi non v'ha un grande eccesso di sostanza organica, malgrado il continuo decomporsi delle radici e degli steli sotterrati delle piante, e l'aggiunta che si fa del concime. La scomparsa della materia organica dal terreno vegetale è probabilmente molto agevolata dall'essere questo continuamente portato alla superfice nei rigetti dei lombrici.
D'altra parte i lombrici accrescono notevolmente la materia organica nel terreno col numero straordinario di foglie semi-marcite che trascinano nelle loro buche alla profondità di 5 a 7 centimetri. Essi fanno questo principalmente per scopo di nutrimento, ma in parte per chiudere la bocca delle loro tane e per tappezzarne la parte superiore. Le foglie che consumano sono inumidite, sbriciolate, in parte digerite, e mescolate intimamente colla terra; ed è questo processo che dà al terreno vegetale la sua tinta cupa uniforme. È cosa nota che colla decomposizione della materia vegetale si sviluppano degli acidi; e siccome il contenuto degli intestini dei lombrici e i loro rigetti sono acidi, sembra probabile che il processo della digestione produca un analogo mutamento chimico nelle foglie semi-marcie inghiottite e triturate.
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