Mio figlio Francesco esaminò uno scoscendimento cretaceo presso a Lewes; e qui sopra a una parte che era molto scoscesa, scendendo a 40° coll'orizzonte, circa trenta di questi rialzi piatti si estendevano orizzontalmente per un tratto di circa 100 metri, ad una distanza media di 50 centimetri uno sotto all'altro. Essi avevano una larghezza di centimetri 22,5 a centimetri 25. Quando si vedevano in lontananza presentavano un aspetto notevole, a cagione del loro parallelismo; ma esaminati da vicino, apparivano alquanto sinuosi, e uno sovente si dirigeva e si confondeva con un altro, sembrando che il rialzo si fosse biforcato in due. Eran fatti di terra di colore chiaro, che al di fuori, nel punto ove era più spessa, aveva in un caso cent. 22,5 e in un altro caso da centim. 15 e 17,5 di spessore. Sopra ai rialzi lo spessore della terra sulla creta era nel primo caso di cent. 10 e nel secondo di soli cent. 7,5. L'erba era più rigogliosa sui margini esterni dei rialzi che non sopra ogni altra parte del pendio, e qui formava una frangia a ciuffi. La parte mediana era nuda, ma mio figlio non potè riconoscere se questo dipendesse dal calpestio delle pecore, che talora frequentavano quei rialzi. Non potè egli neppure assicurarsi quanto la terra nella parte di mezzo e nelle parti nude fosse composta di rigetti sgretolati che erano rotolati giù dal disopra; ma egli rimase convinto che una parte era stata originata in tal modo; ed era evidente che i rialzi coi loro margini erbosi avrebbero arrestato qualunque piccolo oggetto rotolato dal disopra.
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Francesco Lewes
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