Ma la quantità che viene in tal modo trasportata nel corso di migliaia di anni non può a meno di essere notevole e di meritare attenzione. E. di Beaumont considera la terra vegetale che copre in ogni parte il suolo come una linea fissa o uno zero, dal quale si può misurare la quantità del denudamento(78). Egli ignora la continua formazione di nuova terra vegetale per opera dello sgretolamento delle rocce sotterranee e dei frammenti di rocce; ed è curioso vedere quanto più filosofiche fossero le teorie sostenute molto tempo fa da Playfair, il quale, nel 1802, scriveva: "Nella permanenza di uno strato di terra vegetale sulla superfice della terra abbiamo una prova evidente della continua distruzione delle rocce"(79).
Accampamenti e tumuli antichi. - E. di Beaumont adduce lo stato presente di molti antichi accampamenti e tumuli di vecchi campi coltivati come prova che la superfice della terra sopporta pochissima degradazione. Ma egli non sembra aver mai esaminato lo spessore della terra vegetale sopra alle differenti parti di questi antichi avanzi. Egli si appoggia principalmente sulla prova indiretta, ma apparentemente degna di fede, che i pendii dei vecchi terrapieni sono gli stessi come erano in origine; ed è chiaro che egli non poteva saper nulla delle loro altezze originarie. Nel parco di Knole era stato alzato un terrapieno dietro al tiro a segno, che pareva essere stato fatto di terra in origine sostenuta da massi quadrati di zolle erbose. I pendii scendevano, per quanto io poteva giudicare, con un angolo di 45° o 50° coll'orizzonte, ed erano coperti, soprattutto dal lato settentrionale, di un'erba lunga e grossolana, sotto alla quale si trovarono molli rigetti di lombrici.
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