Un gentiluomo napoletano, dicesi, ebbe quattordici duelli per sostenere la preminenza del Tasso sull’Ariosto. Al quattordicesimo duello, ferito a morte, esclamò: - E dire che non ho mai letto nè l’Ariosto nè il Tasso! -
Questa è un po’ la storia degli italiani rispetto a Darwin: molti che ne dicono male, ed anche taluni che ne dicono bene, non lo hanno mai letto.
Ed è certo che, ove lo leggessero, i suoi lodatori lo loderebbero più nobilmente, ed i detrattori, a quello amore purissimo del vero che spira in ogni parola del sommo filosofo, forse si darebbero al meditare in luogo dell’inveire, ciò che sarebbe un gran bene.
In questa traduzione ho tutto sacrificato alla fedeltà, studiandomi soprattutto di dire chiaramente quello che l’autore ha detto. Darwin esprime limpidamente i suoi concetti: ma questi sovente sono alti e nuovi, e bisogna meditare.
Io ringrazio qui l’autore del consenso suo per questa traduzione, e mi auguro pel bene della mia patria che essa sia per avere molti ed attenti lettori.
Michele Lessona
INTRODUZIONE
Gioverà a far meglio comprendere l’indole del presente libro un breve ragguaglio intorno al modo nel quale esso fu scritto. - Io venni raccogliendo per molti anni appunti intorno all’origine o provenienza dell’uomo, senza avere affatto l’intenzione di scrivere su questo argomento, anzi piuttosto col proposito di non scrivere nulla perchè credevo che non avrei fatto altro se non che afforzare i pregiudizi contro il mio modo di vedere. Mi sembrava sufficiente indicare nella prima edizione della mia Origine delle specie, che quel libro avrebbe sparso luce intorno all’origine dell’uomo ed alla sua storia, venendo così a dire che l’uomo vuol essere compreso insieme cogli altri esseri organici in ogni conclusione generale riguardo al modo del suo apparire su questa terra.
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