Egli afferma che la prima volta che diede uova alle sue scimmie, esse le schiacciarono, e in tal modo perdettero buona parte del contenuto; ma poi ruppero con grazia contro qualche corpo duro un poco del guscio, e colle dita tolsero i pezzetti di esso. Quando si erano ferite una volta con qualche oggetto tagliente non lo toccavano più, ovvero lo prendevano in mano con ogni sorta di precauzioni. Sovente venivano loro dati pezzetti di zucchero ravvolti nella carta, e talvolta Rengger poneva una vespa viva dentro la carta, cosicchè quando aprivano in fretta l’involtino esse venivano punte; ma dopo che ciò fu fatto una volta esse sempre accostavano l’involtino all’orecchio prima di svolgerlo, per assicurarsi che non v’era dentro nulla che si movesse. Chiunque non rimanga convinto da fatti di questa sorta, e da ciò che possiamo osservare nei nostri cani, che gli animali possono ragionare, non se ne convincerà checchè possa io aggiungere. Nondimeno voglio citare ancora un fatto che riguarda i cani, perchè è appoggiato da due distinti osservatori, e può essere attribuito alla modificazione di un qualche istinto.
Il signor Colquhoun colpì due anatre selvatiche che caddero sulla riva opposta del fiume: il suo cane cercò di portarle entrambe insieme, ma non gli fu possibile; allora, sebbene sino a quel punto non avesse mai strappato una penna ad un uccello, deliberò di ucciderne una, portò la prima, poi tornò indietro a prendere la morta. Il colonnello Hutchinson racconta che avendo egli colpito una volta due pernici ad un tempo, una rimase uccisa e l’altra ferita; questa corse via e venne raggiunta e presa dal cane, il quale tornando si imbattè nell’uccello morto: si fermò, evidentemente molto imbarazzato, e dopo uno o due tentativi, vedendo che non poteva abboccarlo senza lasciar sfuggire l’uccello ferito, dopo averci riflettuto un momento, uccise questo deliberatamente dandogli una forte stretta coi denti, poi li portò tutti e due insieme.
| |
Rengger Colquhoun Hutchinson
|