I nostri cani domestici discendono dai lupi e dagli sciacalli e sebbene non abbiano progredito in malizia, e possano aver perduto un certo grado di diffidenza e di sospetto, tuttavia han progredito in certe qualità morali, come in amorevolezza, confidenza, carattere, e probabilmente nella intelligenza in generale. Il topo delle chiaviche, o surmulotto, ha conquistato e vinto parecchie altre specie di topi in tutta Europa, in alcune parti dell’America del nord, nella Nuova Zelanda, e recentemente in Formosa, come pure nel continente della Cina. Il signor Swinhoe, che descrive questi ultimi fatti, attribuisce la vittoria del topo comune sul grosso Mus coninga alla sua maggiore malizia, e quest’ultima qualità può essere attribuita all’esercizio abituale di tutte le sue facoltà per sfuggire alla distruzione che ne fa l’uomo, tanto che quasi tutti i topi meno maliziosi o meno intelligenti sono stati successivamente distrutti da lui. Lo asserire, senza nessuna prova diretta che nessun animale nel corso dei secoli abbia progredito nell’intelligenza o in altre facoltà mentali, è chiamare in campo la questione della evoluzione della specie. Vedremo in seguito che, secondo Lartet certi mammiferi viventi che appartengono a parecchi ordini hanno il cervello più grande di quello dei loro antichi prototipi dell’epoca terziaria.
Si è detto molto sovente che nessun animale adopera utensili di sorta; ma lo scimpanzè in stato di natura schiaccia un frutto indigeno, una sorte di noce, con un sasso.
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