Le lievi differenze naturali del canto nella medesima specie che abiti diversi distretti possono essere comparate, appunto come osserva Barrington, ai dialetti delle varie provincie, e i canti di specie affini ma distinte possono essere paragonati alle lingue delle diverse razze umane. Ho dato questi particolari per dimostrare che l’istintiva tendenza ad imparare un’arte non è una facoltà esclusiva all’uomo.
Per ciò che riguarda poi l’origine del linguaggio articolato, dopo aver letto per una parte le interessantissime opere del signor Hensleigh Wedgwood, del rev. F. Farrar, e del prof. Schleicher, e dall’altra le celebri letture del professore Max Müller, non posso mettere in dubbio che il linguaggio deve la sua origine alla imitazione e modificazione aiutata dai segni e dai gesti dei vari suoni naturali, delle voci degli altri animali, e delle grida istintive dell’uomo. Quando parleremo della scelta sessuale vedremo che l’uomo primitivo, o meglio alcuni dei primi progenitori di esso, adoperavano grandemente la loro voce come fanno oggi le scimmie ilobati, producendo cadenze musicali, cioè cantando: potremo quindi conchiudere da una estesa analogia, che questa attitudine si sarà esercitata particolarmente durante gli amori dei sessi, servendo ad esprimere varie emozioni, come l’amore, la gelosia, il trionfo, e venendo anche adoperata per sfidare i rivali.
L’imitazione di grida musicali fatta con suoni articolati deve avere dato origine a vocaboli esprimenti svariate e complesse emozioni.
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