Gli animali si rendono anche fra loro servigi più importanti: così i lupi ed altre fiere fanno la caccia riuniti in branchi, e si aiutano a vicenda nell’aggredire le loro vittime. I pellicani pescano d’accordo, i babbuini rovesciano i sassi per cercare insetti, ecc.; e quando trovano un sasso molto grosso, per cui ci si possano mettere molti intorno, lo rovesciano insieme e si spartono la preda. Gli animali sociali si difendono l’un l’altro. I maschi di alcuni ruminanti vanno ad allogarsi in fronte della mandra quando vi è pericolo e la difendono colle loro corna. In un altro capitolo narrerò pure i casi di due giovani buoi selvatici che ne aggredivano di concerto uno vecchio, e di due stalloni che insieme cercavano di cacciar via da una mandra di cavalle un terzo stallone. Brehm incontrò in Abissinia un grande strupo di babbuini che stavano attraversando una valle: alcuni erano già saliti sul monte opposto, ed alcuni erano ancora nella valle: questi ultimi furono aggrediti dai cani, ma i vecchi maschi scesero immediatamente in tutta furia dalle rocce, e colla bocca spalancata mandavano urli così spaventosi, che i cani fecero una precipitosa ritirata. Questi furono nuovamente incoraggiati a ripetere l’attacco; ma in quel frattempo tutti i babbuini erano risaliti sulle alture, tranne un piccino di circa sei mesi, il quale, chiamando aiuto ad alta voce, era salito sopra una prominenza rocciosa, ove venne in breve circondato. Allora uno dei maschi più robusti, un vero eroe, discese di nuovo dal monte, andò lentamente verso il giovine, lo accarezzò, e lo portò via seco in trionfo, essendo i cani rimasti tanto meravigliati che non pensarono di rinnovare l’aggressione.
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Abissinia Brehm
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