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      Deve essere un sentimento ben forte di intima soddisfazione quello che induce un uccello, per solito tanto attivo, a rimanere immobile per tanti giorni sulle sue uova. Gli uccelli migratori sono dolentissimi quando s’impedisce loro di migrare, e forse godono il piacere di viaggiare nel lungo loro volo. Sono pochi gli istinti determinati solamente da sentimenti penosi, come dal timore, il quale conduce alla propria conservazione, od è specialmente diretto contro certi nemici. Non credo che nessuno possa analizzare le sensazioni del piacere o del dolore. Tuttavia in molti casi è probabile che gli istinti provengano persistentemente dal semplice potere della eredità, senza lo stimolo del piacere o del dolore. Un pointer giovane, quando fiuta per la prima volta la selvaggina, pare che non possa trattenersi dal puntare. Non si può dire che uno scoiattolo chiuso in una gabbia, quando rompe le noci che non può mangiare come se volesse nasconderle sotterra, faccia così per piacere o per timore. Quindi l’asserzione comune che l’uomo in ogni sua azione sia spinto dal piacere o dal dolore, potrebbe essere erronea. Sebbene si possa seguire un’abitudine ciecamente ed implicitamente, senza che in quel momento si provi un senso di piacere o di dolore, tuttavia quando venga interrotta per forza e repentinamente, si prova in generale un senso indefinito di scontento; e ciò è particolarmente vero nel caso di persone dotate di debole intelletto.
      Si è sovente asserito che gli animali furono in principio fatti per vivere in società e che in conseguenza di ciò si sentono scontenti quando vengon separati, e contenti se sono insieme; ma è molto più probabile che queste sensazioni siansi primieramente sviluppate acciocchè quegli animali cui sarebbe stato vantaggioso vivere in società, s’inducessero a vivere insieme: nel modo stesso in cui il senso della fame ed il piacere di mangiare vennero, certamente, acquistati per i primi onde indurre gli animali a mangiare.


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L'origine dell'uomo e la scelta in rapporto col sesso
di Charles Darwin
A. Barion
1926 pagine 830