La violazione di questa legge, anche quando è riconosciuto che questa violazione non intacca per nulla la vera moralità, ha cagionato a molti uomini maggiori angosce che non un vero delitto. Noi riconosciamo la stessa azione nel vivo senso di vergogna che la maggior parte di noi abbiamo risentito anche dopo un intervallo di parecchi anni, quando ci si presentava alla mente alcuna accidentale violazione di qualche futile ma salda regola di etichetta. Il giudizio della comunità, in generale, avrà per guida qualche rozza esperienza di ciò che a lungo andare è il meglio per tutti i membri; ma questo giudizio non di rado sbaglierà per l’ignoranza e per la poca forza di ragionamento. Quindi, gli usi più strani e le superstizioni più singolari, che sono al tutto opposte alla vera prosperità e felicità del genere umano, sono divenuti onnipotenti per tutto il mondo. Ciò noi vediamo nell’orrore che prova l’Indiano che viola le leggi della sua casta, nella vergogna della donna musulmana che mostra scoperto il suo volto, ed un numero infinito di altri ceti. Sarebbe difficile fare la distinzione fra il rimorso che prova un Indiano che ha mangiato cibo immondo, da quello che sente dopo aver rubato; ma è probabile che il primo sia più forte.
Non sappiamo quale origine abbiano avute certe assurde regole di condotta, e certe sciocche credenze religiose; nè in qual modo abbiano posto, in tutte le parti del mondo sì salde radici nella mente degli uomini; ma è cosa degna di nota che una credenza inculcata costantemente durante i primi anni della vita, quando il cervello è più impressionabile, sembra acquistare quasi la natura di un istinto; e la vera essenza di un istinto è che vien seguito indipendentemente dalla ragione.
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Indiano Indiano
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