Invero, se siamo separati da questi uomini da grandi differenze nell’aspetto e nei costumi, l’esperienza dimostra sfortunatamente quanto tempo ci vuole perchè possiamo venire a considerarli come nostri simili. La simpatia, oltre i confini umani, che vuol dire l’umanità verso le bestie, sembra essere fra gli acquisti morali più tardivi. Non sembra che i selvaggi la provino tranne che per quegli animali che prediligono. Le orribili lotte di gladiatori ci dimostrano quanto poco gli antichi Romani conoscessero questa facoltà morale. L’idea stessa dell’umanità, per quanto ho potuto osservare, era nuova per la maggior parte dei Gauchos delle Pampas. Questa virtù, una delle più nobili di cui l’uomo sia fornito, sembra derivare per incidente da ciò che le nostre simpatie facendosi più tenere e più espansive e diffuse, vengono a riversarsi su tutti gli esseri senzienti. Appena questa virtù viene onorata e praticata da alcuni uomini, si diffonde mercè l’istruzione e l’esempio ai giovani, ed eventualmente tende a radicarsi nella pubblica opinione.
Il punto più alto cui possiamo giungere nella coltura morale, è quello di poter riconoscere che dobbiamo dominare i nostri pensieri, e "non ripensare neppure nel più interno della mente ai peccati che ci resero piacevole il passato". Chiunque rende familiare il suo pensiero con una cattiva azione, ne agevola di molto il compimento. Siccome disse anticamente Marco Aurelio: "come sono i tuoi abituali pensieri, così sarà l’indole della tua mente; perchè l’anima prende le impressioni del pensiero".
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