Il nostro grande filosofo, Erberto Spencer, ha recentemente espresso il suo modo di vedere intorno al senso morale. Egli dice: "Io credo che gli esperimenti di utilità organizzati e consolidati lungo le passate generazioni della razza umana siano andati producendo corrispondenti modificazioni, le quali venendo di continuo trasmesse ed accumulate, sono divenute in noi certe facoltà di intuizione morale, certe emozioni corrispondenti alla retta ed alla cattiva condotta, che non hanno base apparente nelle individuali esperienze di utilità". A me non pare che possa esservi la minima improbabilità inerente, acciocchè le tendenze virtuose siano più o meno fortemente ereditate; perchè senza parlare delle varie disposizioni ed abitudini che si vanno trasmettendo in molti dei nostri animali domestici, ho sentito dire dei casi in cui la voglia di rubare e la tendenza al mentire sembravano trasmettersi in certe famiglie agiatissime; e siccome il rubare è un delitto rarissimo nelle classi ricche, noi non possiamo guari attribuire a mero caso tendenze che si manifestano in due o tre membri della stessa famiglia. Se si possono trasmettere le cattive tendenze, è possibile che anche le buone siano trasmessibili. Togliendo il principio della trasmissione delle tendenze morali non possiamo darci ragione delle differenze che esistono per questo riguardo fra le varie razze del genere umano. Tuttavia fino ad oggi non abbiamo guari sufficienti prove in proposito.
Anche la trasmissione parziale delle tendenze virtuose deve essere di un immenso aiuto ai principali impulsi che derivano direttamente dagli istinti sociali, e indirettamente dalla approvazione del nostro simile.
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Erberto Spencer
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