È impossibile avere prove evidenti intorno a questo particolare; ma se si può dimostrare che l’uomo varia oggi, che i suoi mutamenti sono indotti dalle stesse cause generali, ed obbedisce alle stesse leggi generali come nel caso degli animali sottostanti, non vi è guari dubbio che gli anelli intermedi precedenti non abbiano sopportato consimili mutamenti. Le variazioni debbono essere state parimente, in ogni successivo stadio di provenienza, in qualche modo accumulate e determinate.
I fatti e le conclusioni che esporremo in questo capitolo si riferiscono quasi interamente ai mezzi probabili coi quali si è compiuta la trasformazione dell’uomo, almeno per ciò che riguarda la struttura del suo corpo. Il capitolo seguente sarà consacrato allo sviluppo delle sue facoltà intellettuali e morali. Ma la discussione presente si riferisce pure all’origine delle varie razze o specie del genere umano, qualunque possa essere il vocabolo che si preferisce.
Evidentemente è cosa manifesta che oggi l’uomo è soggetto a molto variare. Non si trovano due individui della medesima razza che siano perfettamente uguali. Possiamo prendere milioni di facce e compararle fra loro, ed ognuna sarà distinta. Parimente vi è una grandissima diversità nelle proporzioni e nelle dimensioni delle varie parti del corpo; la lunghezza delle gambe è uno dei punti più variabili. Sebbene in certe parti del mondo predomini il cranio allungato e in altre parti prevalga il cranio corto, pure havvi una gran diversità di forma anche entro i confini di una stessa razza, come negli indigeni dell’America e dell’Australia del Sud, quest’ultima razza essendo "probabilmente tanto pura ed omogenea nella genealogia, nei costumi e nel linguaggio, quanto qualunque altra che esista"; ed anche come negli abitanti delle isole Sandwich che hanno un’area tanto limitata.
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America Australia Sud Sandwich
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