Suona stranamente al nostro orecchio una discussione intorno alla bellezza ideale del fegato, dei polmoni, dei reni, ecc., come della faccia divina dell’uomo.
La variabilità o la diversità delle facoltà mentali fra gli uomini della stessa razza, per non parlare delle maggiori differenze che esistono fra gli uomini di razze distinte, è tanto nota che non vale la pena spenderci intorno ulteriori parole. Ciò segue pure negli animali sottostanti, come è stato dimostrato con alcuni esempi nel precedente capitolo. Tutti quelli che hanno avuto cura di animali racchiusi nei serragli ammettono questo fatto, e noi lo vediamo evidentemente nei nostri cani ed in altri animali domestici. Brehm in particolare afferma che ogni individuo delle scimmie che egli teneva in schiavitù in Africa aveva una propria particolare tempra e disposizione: egli fa menzione di un babbuino dotato di grande intelligenza; ed i custodi del Giardino zoologico di Londra mi mostrarono una scimmia appartenente alla divisione di quelle del continente nuovo, pure notevolissima per la sua intelligenza. Anche Rengger insiste sulla diversità dei vari caratteri della mente delle scimmie della medesima specie che egli teneva presso di sè al Paraguay; e questa diversità, aggiunge egli, è in parte innata, in parte l’effetto del modo con cui sono state trattate o educate.
Ho già pienamente discusso altrove l’argomento della eredità, per cui non credo di aggiungere qui altri particolari. Sono stati raccolti un numero maggiore di fatti intorno alla trasmissione tanto dei lievi come dei più importanti caratteri dell’uomo che non in qualsiasi degli animali sottostanti; sebbene intorno a questi ultimi i fatti siano pure numerosi.
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