Ma l’uniformità dei selvaggi è stata sovente esagerata, ed in alcuni casi si può dire appena che esista. Nondimeno è un errore parlare dell’uomo, anche guardandolo solo alle condizioni a cui è stato assoggettato, come di un essere "molto più addomesticato" che non qualunque altro animale. Alcune razze selvagge, come gli indigeni dell’Australia, non sono più esposti a condizioni diverse che non molte altre specie che hanno cerchie molto spaziose. Inoltre l’uomo, per un altro e importantissimo riguardo, differisce grandemente da qualunque animale strettamente addomesticato; perchè il suo allevamento non è stato governato da una scelta metodica od inconsapevole. Nessuna razza o corporazione di uomini è mai stata tanto compiutamente soggiogata da altri uomini, che certi individui siano stati conservati e in tal modo scelti senza volere, da essere poi per qualche verso utili ai loro padroni. E neppure sono stati scelti ed accoppiati a bella posta certi maschi e certe femmine, tranne il caso ben noto dei granatieri prussiani; e in questo caso l’uomo ha obbedito, come si poteva bene aspettarselo, alla legge della scelta metodica; perchè si asserisce che molti uomini di alta statura erano stati allevati nei villaggi abitati dai granatieri e dalle loro alte mogli.
Se consideriamo tutte le razze umane come formanti una sola specie, la cerchia di questa è enorme; ma alcune razze umane separate, come gli Americani e quelli della Polinesia, hanno una cerchia molto vasta. È una legge bene riconosciuta questa che le specie che hanno una vasta cerchia sono molto più variabili che non le specie che l’hanno più ristretta; e la variabilità dell’uomo può venire, con molta maggior verità, comparata con quella delle specie che hanno una vasta cerchia, che non con quella degli animali addomesticati.
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