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      I denti canini sono nell’uomo strumenti perfettamente efficaci per la masticazione. Ma il loro vero carattere canino, come osserva Owen "è indicato dalla forma conica della corona, che terminando in una punta ottusa è convessa di fuori e piatta e semi-concava internamente, ed alla base della quale v’ha una lieve sporgenza. La forma conica è più evidente nelle razze melaniche, soprattutto le australiane. I canini sono più profondamente piantati ed hanno una radice più forte che non gli incisivi". Nondimeno questo dente non serve più all’uomo come arma speciale per dilaniare i nemici o la preda, quindi può essere, per ciò che riguarda la sua propria funzione, considerato come rudimentale. In ogni ricca collezione di crani umani se ne possono trovare alcuni, come osserva Häckel, coi denti canini che sporgono notevolmente oltre gli altri nel modo stesso, ma in minor grado, di quelli che vediamo nelle scimmie antropomorfe. In questi casi si osservano spazi vuoti fra i denti di una mascella per ricevere i denti canini della mascella opposta. Uno spazio di questa sorta, in un cranio di Kaffir disegnato da Wagner, è sorprendentemente largo. Considerando quanto pochi siano i crani antichi esaminati in confronto dei crani recenti, è un fatto interessante che almeno in tre casi i denti canini sporgono grandemente; e nella mascella di Naulette si dice che siano enormi.
      I maschi soli delle scimmie antropomorfe hanno i denti canini molto sviluppati; ma nella femmina del gorilla, ed in grado minore in quella dell’urango, questi denti sporgono notevolmente oltre gli altri; perciò il fatto che certe donne hanno talora, come mi fu assicurato, i denti canini molto sporgenti, non è una grave obiezione alla opinione che l’occasionale loro grande sviluppo nell’uomo sia un caso di regresso verso un progenitore semi-scimmia.


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L'origine dell'uomo e la scelta in rapporto col sesso
di Charles Darwin
A. Barion
1926 pagine 830

   





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