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      Intorno a ciò non sappiamo nulla di bene esatto, perchè non è mai stato fatto un censimento dei selvaggi; ma dalla testimonianza concorde dei missionari e di altri che hanno dimorato lungamente presso quei popoli, sembra che le loro famiglie siano poco numerose, e rare quelle che hanno molti figli. Questo fatto può essere in parte attribuito a ciò che le donne allattano i loro piccoli per lungo tempo; ma è anche molto probabile che i selvaggi, i quali spesso menano una vita dura e non si nutrono tanto bene quanto gli uomini inciviliti, siano ora meno prolifici. In un precedente lavoro ho dimostrato che tutti i nostri quadrupedi ed uccelli domestici, e tutte le nostre piante coltivate, superano in fecondità le specie corrispondenti allo stato di natura. Non è una valida obiezione contro questo asserto quella che gli animali che sono stati ad un tratto troppo copiosamente nutriti o si sono molto impinguati, e la maggior parte delle piante che vengono repentinamente trapiantate da un terreno magro in uno ben concimato, divengono più o meno sterili. Perciò possiamo aspettarci che gli uomini civili, che in un senso sono grandemente addomesticati, saranno più prolifici degli uomini selvaggi. È anche probabile che la maggior fecondità delle nazioni civili sia divenuta, come nel caso dei nostri animali domestici, un carattere ereditario: almeno si sa che havvi in certe famiglie umane una tendenza a produrre gemelli.
      Tuttavia, malgrado che i selvaggi sembrino essere meno prolifici dei popoli inciviliti, essi crescerebbero senza dubbio rapidamente se non fossero in qualche modo tenuti strettamente indietro.


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L'origine dell'uomo e la scelta in rapporto col sesso
di Charles Darwin
A. Barion
1926 pagine 830