Quindi se i progenitori dell’uomo somiglianti alle scimmie che abitavano una data contrada, e specialmente una che portasse qualche mutamento nelle loro condizioni, si fossero divisi in due parti uguali, una delle quali avesse racchiuso in sè tutti gl’individui meglio acconci, per le loro facoltà di movimento, a guadagnarsi la sussistenza e a meglio difendersi, quella parte a conti fatti avrebbe conservato maggior numero d’individui e avrebbe procreato maggior prole che non l’altra parte meno bene dotata.
L’uomo anche allo stato più rozzo in cui si trovi presentemente è l’animale più dominatore che sia mai comparso sulla terra. Egli si è sparso molto più estesamente di qualunque altra forma di elevata struttura; e, tutti gli altri hanno dovuto cedergli il campo. Evidentemente, egli va debitore di questa immensa superiorità alle sue facoltà intellettuali, ai suoi costumi socievoli che lo inducono ad aiutare e difendere i suoi compagni, ed alla struttura del suo corpo. L’importanza suprema di questi caratteri è stata dimostrata dall’arbitrato finale della lotta per la esistenza. Mercè le potenze del suo intelletto, si è sviluppato il linguaggio articolato, ed è stata soprattutto questa la causa principale del suo meraviglioso progresso. Egli ha inventato e sa adoperare varie armi, ordigni, trappole, ecc., con cui si difende, uccide e s’impadronisce della preda, o si procura altrimenti il nutrimento. Egli ha costrutto zattere o barchette sulle quali pesca o attraversa bracci di acqua per andare sopra le fertili isole vicine.
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