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      Mi sembra molto lungi dal vero quella obiezione che poichè le scimmie "afferrano goffamente gli oggetti, un organo di preensione molto meno speciale di quello che hanno ora avrebbe fatto ad esse lo stesso ufficio come le loro mani attuali". Al contrario, non veggo ragione per dubitare che una mano più perfettamente costrutta sarebbe stata loro molto vantaggiosa, purchè, e ciò è molto importante da notare, le loro mani non fossero per divenire così meno atte all’arrampicarsi sugli alberi. Possiamo benissimo supporre che una mano od un piede perfetti sarebbero stati meno adatti all’arrampicare; perchè le scimmie più arboree del mondo, gli ateli dell’America e gli ilobati dell’Asia, hanno talora il pollice molto rimpicciolito ed anche rudimentale, e talora le dita parzialmente saldate, cosicchè le loro mani non sono più che ganci buoni per abbrancare.
      Quando qualche antico membro della grande serie dei primati venne indotto, pel mutamento nel modo di procurarsi la sussistenza, o per le mutate condizioni del suo paese natio, a vivere un po’ meno sugli alberi e un po’ più sul terreno, deve essersi modificato il suo modo di camminare; e in questo caso deve esser divenuto molto più particolarmente quadrupede o bipede. I babbuini frequentano i luoghi montuosi e rocciosi, e solo per necessità si arrampicano sugli alberi ed essi hanno ora acquistato l’andatura quasi di un cane. L’uomo solo è divenuto bipede; e noi possiamo, credo, riconoscere in parte come sia giunto ad acquistare il suo portamento eretto, che è una delle più cospicue differenze che lo distinguono dai suoi più stretti affini.


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L'origine dell'uomo e la scelta in rapporto col sesso
di Charles Darwin
A. Barion
1926 pagine 830

   





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