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      Quest’ultima sarà stata grandemente aiutata dagli effetti ereditati del maggiore esercizio delle parti; mentre questi due processi reagiscono incessantemente l’uno sull’altro. Sembra anche, come vedremo in seguito, che diversi caratteri poco importanti siano stati acquistati dall’uomo mercè la scelta sessuale. Bisogna lasciare un residuo di mutamento inesplicato, e forse anche grande, all’assunta uniforme azione di quegli ignoti agenti che accidentalmente producono spiccate e repentine deviazioni di struttura nei nostri prodotti domestici.
      Se giudichiamo dai costumi dei selvaggi e del maggior numero dei quadrupedi, l’uomo primitivo, ed anche i progenitori dell’uomo somiglianti alle scimmie, dovevano vivere in società. Negli animali strettamente socievoli la scelta naturale opera talora indirettamente sull’individuo, mercè la conservazione delle variazioni che sono benefiche soltanto alla comunità. Una comunità che racchiude un gran numero d’individui bene dotati cresce di numero, e vince le altre comunità meno bene dotate; quantunque ogni membro separato non possa vantaggiarsi sugli altri membri della stessa comunità. Negli insetti socievoli molte notevoli strutture, che sono poco o nulla utili all’individuo o alla sua prole, come l’apparato per raccogliere il polline e l’aculeo dell’ape operaia, e le grandi mascelle delle formiche soldati, sono state in quella guisa acquistate. Non mi sono mai accorto che negli animali socievoli più elevati siasi modificata una qualche struttura pel bene solo della comunità, sebbene alcune abbiano una qualche secondaria importanza per essa.


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L'origine dell'uomo e la scelta in rapporto col sesso
di Charles Darwin
A. Barion
1926 pagine 830