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      Tuttavia il caso è grandemente diverso, come insiste a dire molto giustamente il signor Wallace, riguardo alle facoltà intellettuali e morali dell’uomo. Queste facoltà sono variabili; e noi abbiamo ogni ragione per credere che le variazioni tendono ad essere ereditate. Perciò, se primieramente esse erano di grande importanza per l’uomo primitivo o pei suoi progenitori simili alle scimmie, dovevano venir perfezionate mercè la scelta naturale. Non vi può esser dubbio intorno alla grande importanza delle facoltà intellettuali dell’uomo, perchè egli deve principalmente ad esse la eminente posizione che occupa nel mondo. Noi vediamo che, nello stato di società più rozzo, quegli individui, i quali erano più abili, che inventavano e facevano uso di armi e di trappole migliori, e sapevano meglio difendersi, allevavano un maggior numero di figli. Le tribù che contenevano un numero più grande di uomini cosiffattamente dotati dovevano crescere in numero e soppiantare le altre tribù. Il numero dipende in primo luogo dai mezzi di sussistenza, e questa dipende in parte dalla natura fisica del paese, ma molto più dalle16 arti che vi sono praticate. Mentre una tribù cresce ed è vittoriosa, sovente si accresce ancora dall’assorbimento che fa di altre tribù. La statura e la forza degli uomini di una tribù sono parimente di grande importanza per la buona riuscita di esse, e queste dipendono in parte dalla qualità e dalla quantità del cibo che si può ottenere. In Europa gli uomini del periodo del bronzo furono sostituiti da una razza più potente, e per quello che si può giudicare dall’impugnatura delle loro spade, fornita di mani più grandi; ma è probabile che il loro successo fosse dovuto in grado molto maggiore alla loro superiorità nelle arti.


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L'origine dell'uomo e la scelta in rapporto col sesso
di Charles Darwin
A. Barion
1926 pagine 830

   





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