Recentemente molti fra i nostri migliori naturalisti sono ritornati alla prima idea di Linneo, tanto mirabile per la sua sagacia, ed hanno allogato l’uomo nello stesso ordine dei quadrumani, col titolo di primati. La giustezza di questa conclusione sarà ammessa se, in primo luogo, teniamo a mente le osservazioni fatte testè sulla poca importanza comparativamente per la classificazione del grande sviluppo del cervello dell’uomo, ed anche che le spiccatissime differenze fra i crani dell’uomo e dei quadrumani (su cui ultimamente hanno insistito Bischoff, Aeby ed altri) derivano apparentemente da ciò che il loro cervello è differentemente sviluppato. In secondo luogo, dobbiamo tener a mente che quasi tutte le altre e più importanti differenze fra l’uomo e i quadrumani sono evidentemente per adattamento, e si riferiscono soprattutto alla stazione eretta dell’uomo; come sarebbe la struttura della sua mano, del piede e della pelvi, l’incurvatura della spina dorsale e la posizione del capo. La famiglia delle foche offre un buon esempio della poca importanza di caratteri di adattamento per la classificazione. Questi animali differiscono da tutti gli altri carnivori nella forma del corpo e nella struttura delle membra molto più che non le scimmie più elevate differiscono dall’uomo; tuttavia in ogni sistema, da quello di Cuvier al più recente del signor Flower, le foche sono collocate come una semplice famiglia dell’ordine dei carnivori. Se l’uomo non fosse stato il proprio classificatore, non avrebbe mai pensato a trovare un ordine separato per collocarvisi.
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