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      Tuttavia sarebbe ardimento soverchio dar troppa fede al principio dell’adattamento rispetto alla direzione dei peli nell’uomo o nei suoi primitivi progenitori, perchè è impossibile studiare i disegni dati da Eschricht della disposizione dei peli del feto umano (questa è uguale come nell’adulto) e non essere dell’opinione di questo eccellente osservatore, che altre e più complesse cause sono intervenute. I punti di convergenza sembrano essere in qualche relazione con quei punti nell’embrione che sono gli ultimi a riunirsi durante lo sviluppo. Sembra anche esistere una qualche relazione fra la disposizione dei peli sopra le estremità e il corso delle arterie midollari.
      Non bisogna supporre che le rassomiglianze fra l’uomo e certe scimmie nei punti sopramenzionati e in molti altri, come l’avere la fronte nuda, i capelli lunghi sul capo, ecc., siano tutte necessariamente l’effetto di una non interrotta eredità da un progenitore comune così caratterizzato, o di un susseguente regresso. È più probabile che molte di queste rassomiglianze siano dovute ad una analoga variazione che deriva, come ho già cercato di dimostrare, da organismi condiscendenti, forniti di una simile costituzione, e che hanno sopportato l’azione di consimili cause inducenti la variabilità. Per ciò che riguarda la direzione somigliante dei peli dell’antibraccio dell’uomo, e di certe scimmie, siccome questo carattere è comune a quasi tutte le scimmie antropomorfe, può essere probabilmente attribuito all’eredità; ma non è certamente così, perchè alcune scimmie americane molto distinte sono per tal modo caratterizzate.


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L'origine dell'uomo e la scelta in rapporto col sesso
di Charles Darwin
A. Barion
1926 pagine 830

   





Eschricht