Perciò sarebbe contro ogni probabilità supporre che qualche antica specie del nuovo continente abbia variato, ed abbia così prodotto una creatura simile all’uomo con tutti i caratteri propri alla divisione dell’antico continente, perdendo nello stesso tempo tutti i suoi propri caratteri distintivi. Non vi può essere quindi dubbio che l’uomo è un germoglio dello stipite delle scimmie del continente antico: e che dal punto di vista genealogico deve essere collocato nella divisione delle Catarrine.
Le scimmie antropomorfe, cioè il gorilla, lo scimpanzè, l’urango egli ilobati, vengono separati in un distinto sotto-gruppo dalle altre scimmie del continente antico dalla maggior parte dei naturalisti. So che Gratiolet, appoggiandosi alla struttura del cervello, non ammette l’esistenza di questo sotto-gruppo, e senza dubbio è una interruzione; così l’urango, come osserva il sig. St. G. Mivart, "è una delle forme più particolari ed aberranti che s’incontrino nell’ordine". Il resto delle scimmie non antropomorfe del continente antico viene nuovamente diviso da alcuni naturalisti in due o tre minori sotto-gruppi; il genere Semnopithecus col suo stomaco particolare a sacchetti è il tipo di un cosiffatto sotto-gruppo. Ma dalle notevoli scoperte del signor Gaudry nell’Attica sembra che durante il periodo miocenico esistesse colà una forma che riuniva i semnopiteci e i macachi: e questo dimostra probabilmente il modo in cui gli altri gruppi più elevati erano una volta mescolati insieme.
Se si ammette che le scimmie antropomorfe formano un sotto-gruppo naturale, allora l’uomo va d’accordo con esse non solo in tutti quei caratteri che egli possiede in comune con tutto lo scompartimento Catarrino, ma in altri caratteri particolari, come la mancanza di coda e di callosità e nell’aspetto generale, e noi possiamo da ciò dedurre che qualche antico membro del sotto-gruppo antropomorfo abbia dato nascimento all’uomo.
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