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      Ma ogni organismo deve ancora aver conservato il tipo generale di struttura del progenitore dal quale è derivato in origine. Secondo questo modo di vedere, sembra, se ci atteniamo all’evidenza genealogica, che l’organizzazione sia in complesso andata progredendo nel mondo con lenti ed interrotti passi. Nel grande regno dei vertebrati si è spinta all’apice nell’uomo. Non bisogna supporre tuttavia che gli scompartimenti degli esseri organici siano sempre soppiantati da altri e scompaiano appena hanno dato origine ad altri gruppi più perfetti. Questi ultimi, sebbene vincitori dei loro predecessori, possono non esser divenuti meglio acconci per tutti i luoghi nell’economia della natura. Sembra che alcune antiche forme abbiano sopravvissuto per aver abitato certi luoghi riparati, ove non sono state esposte a lotte troppo serie; e queste sovente ci sono di aiuto per ricostruire le nostre genealogie, dandoci un’idea ben chiara di antiche e perdute popolazioni. Ma non dobbiamo cadere nell’errore di considerare i membri esistenti in ogni gruppo di bassa organizzazione come perfetti rappresentanti dei loro antichi predecessori.
      I più antichi progenitori nel regno dei vertebrati, dai quali possiamo ottenere un lieve barlume, apparentemente consistevano di un gruppo di animali marini, rassomiglianti alle larve delle attuali Ascidie. Probabilmente questi animali hanno dato origine a un gruppo di pesci di bassa organizzazione, come l’Amphioxus lanceolatus; e da questi debbono essersi sviluppati i Ganoidi e gli altri pesci simili ai Lepidosireni.


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L'origine dell'uomo e la scelta in rapporto col sesso
di Charles Darwin
A. Barion
1926 pagine 830

   





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