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      Ora applichiamo questi principi generalmente ammessi alle razze umane, e consideriamole collo stesso spirito come un naturalista considera qualunque altro animale. Rispetto alla somma delle differenze fra le razze, dobbiamo fare qualche concessione ai nostri delicati mezzi di distinzione acquistati col lungo abito di osservar noi stessi. Nell’India, come osserva Elphinstone, sebbene un europeo giunto di fresco non possa dapprima distinguere le varie razze indigene, pure esse gli appaiono a bella prima sommamente dissimili; e l’Indù non può scorgere subito nessuna differenza fra le varie nazioni europee. Anche le razze umane più distinte, eccettuate certe tribù nere, sono molto più rassomiglianti fra loro nella forma di quello che si crederebbe a tutta prima. Ciò è bene dimostrato dalle fotografie francesi nella Collection Anthropologique du Musèum degli uomini appartenenti a varie razze, il maggior numero dei quali, come hanno osservato molte persone a cui le ho mostrate, potrebbero essere creduti europei. Nondimeno, se quegli uomini fossero veduti vivi, apparirebbero senza alcun dubbio distintissimi, cosicchè noi evidentemente ci lasciamo molto guidare nel nostro giudizio dal semplice colore della pelle e dei capelli, da piccole differenze nelle fattezze e dall’espressione.
      Tuttavia non v’ha dubbio che le varie razze, quando siano accuratamente comparate e misurate, differiscono molto fra loro - nella tessitura dei loro capelli, nelle relative proporzioni di tutte le parti del corpo, nella capacità dei polmoni, nella forma e nella capacità del cranio, ed anche nelle circonvoluzioni del cervello.


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L'origine dell'uomo e la scelta in rapporto col sesso
di Charles Darwin
A. Barion
1926 pagine 830

   





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