Pagina (240/830)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Chi voglia leggere attentamente le opere interessanti dei signori Tylor e J. Lubbock, non potrà a meno di essere colpito profondamente dalla stretta rassomiglianza che esiste fra gli uomini di tutte le razze, nei gusti, nelle disposizioni e nelle abitudini. Ciò dimostra il piacere che tutti provano nel ballo, nella rozza musica, nel recitare, nel dipingersi, nell’imprimersi segni sul volto, e in altri modi per abbellirsi - nel comprendersi a vicenda col linguaggio dei gesti - e, come potrò dimostrare in un successivo lavoro, per la stessa espressione delle fattezze del volto, e per certi gridi inarticolati, quando sono eccitati da varie emozioni. Questa somiglianza, o meglio identità, colpisce quando si confronta colle diverse espressioni che si possono osservare nelle scimmie di specie distinte. Vi sono prove evidenti che l’arte di scoccare l’arco e le frecce non è stata trasmessa da nessun progenitore comune del genere umano, tuttavia le punte di frecce di selce raccolte in tutte le parti più lontane del mondo e fatte nei periodi più remoti, sono, siccome ha dimostrato Nilsson, quasi identiche; e questo fatto non può essere attribuito se non che all’essere le varie razze dotate delle stesse forze inventive o mentali. La stessa osservazione è stata fatta dagli archeologi riguardo a certi ornamenti molto prevalenti, come i ghirigori, ecc., e riguardo a varie semplici credenze e vari costumi, come bruciare i morti sotto costruzioni megalitiche. Mi ricordo di aver osservato nell’America meridionale che colà, come in molte altre parti del mondo, l’uomo ha generalmente scelto le cime di alte colline onde ammucchiarvi sopra cumuli di sassi, sia per ricordare qualche evento notevole, sia per seppellirvi i suoi morti.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

L'origine dell'uomo e la scelta in rapporto col sesso
di Charles Darwin
A. Barion
1926 pagine 830

   





Tylor Lubbock Nilsson America