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      Humboldt vide nell’America meridionale un pappagallo che era l’unico superstite che parlasse ancora la lingua di una tribù estinta. Monumenti antichi ed utensili di pietra trovati in tutte le parti del mondo, intorno ai quali non si è conservata alcuna tradizione degli abitanti attuali, indicano molte estinzioni. Alcune piccole e spezzate tribù, avanzi di razze primiere, sopravvivono ancora in regioni isolate e per lo più montuose. In Europa, secondo Schauffausen, le antiche razze erano tutte "più basse nella scala che non i più rozzi selvaggi dei nostri giorni"; quindi debbono aver differito, fino a un certo punto, da ogni razza esistente. Gli avanzi descritti dal prof. Brown, presi da Les Eyzics, sebbene non sembrino sfortunatamente avere appartenuto ad una famiglia, indicano una sola razza fornita di una singolarissima combinazione di caratteri bassi o scimmieschi, ed altri elevati, ed "al tutto differente da qualunque altra razza, antica o moderna, di cui abbiamo inteso parlare". Perciò essa differiva dalla razza quadernaria delle caverne del Belgio.
      Le condizioni fisiche sfavorevoli non sembrano avere avuto un grande effetto sulla estinzione delle razze. L’uomo è vissuto lungamente nelle regioni estreme del Nord, senza legno con cui fare le sue barche od altri ordigni, e col solo grasso per bruciare e per scaldarsi, ma più specialmente per far sciogliere la neve. Nella punta meridionale dell’America gli abitanti della Terra del Fuoco vivono senza vestimenti, e senza essere protetti da un qualche abituro degno di tal nome.


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L'origine dell'uomo e la scelta in rapporto col sesso
di Charles Darwin
A. Barion
1926 pagine 830

   





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