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      Giudicando da molti fatti che citeremo in seguito, e dagli effetti che possono venire con ragione attribuiti alla scelta sessuale, la femmina, sebbene sia comparativamente passiva, esercita in generale una qualche scelta ed accetta un maschio di preferenza agli altri. Ovvero può accettare, come ci fanno credere talvolta le apparenze, non il maschio che ha per lei maggiori attrattive, ma quello che è meno sgradevole. L’azione di una qualche scelta per parte della femmina sembra quasi una legge tanto generale quanto quella dell’ardore del maschio.
      Noi veniamo naturalmente tratti a cercare perchè il maschio in tante e così distinte classi sia divenuto molto più ardente della femmina, per cui egli la cerca e fa la parte più attiva nel corteggiare. Se i due sessi si cercassero a vicenda non vi sarebbe nessun vantaggio e vi sarebbe una certa perdita di forza; ma perchè deve essere quasi sempre il maschio il cercatore? Nelle piante gli ovuli, dopo la fecondazione, debbono essere nutriti per un certo tempo; quindi il polline viene necessariamente portato agli organi femminili i quali sono posti nello stimma, mercè l’opera degli insetti o del vento, o dai movimenti spontanei degli stami; e nelle alghe, ecc., dall’azione locomotrice degli anterozoidi. Negli animali di organizzazione molto bassa e attaccati permanentemente allo stesso luogo e provvisti di sesso distinto, l’elemento maschio vien portato invariabilmente alla femmina; e possiamo vederne la ragione; perchè l’ovo, anche se vien distaccato prima d’esser fecondato e senza aver bisogno di una susseguente nutrizione e protezione, sarebbe, per la sua mole relativamente più grande, meno facile da trasportare che non l’elemento maschio.


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L'origine dell'uomo e la scelta in rapporto col sesso
di Charles Darwin
A. Barion
1926 pagine 830