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      In varie parti d’Europa, secondo il prof. Faye ed altri autori "s’incontrerebbe una ancor più grande preponderanza di maschi, se la morte colpisse in proporzione uguale i due sessi tanto prima come dopo la nascita. Ma il fatto è che per ogni 100 femmine nate morte, abbiamo in parecchi paesi da 134,6 a 144,9 maschi nati morti". Inoltre nei primi quattro o cinque anni di vita muoiono molti più maschi che non femmine; "per esempio in Inghilterra, durante il primo anno, per ogni 100 femmine muoiono 126 maschi - proporzione che in Francia è ancor più sfavorevole". In conseguenza di questa maggior proporzione di bambini maschi morti, e pei vari pericoli cui vanno incontro gli uomini adulti, e per la loro tendenza ad emigrare, le femmine in tutti i paesi costituiti dalla lunga, dove si sono tenute tavole di statistica, si sono trovate in numero notevolmente preponderante su quello dei maschi.
      Si è supposto sovente che l’età relativa dei genitori possa determinare il sesso della prole; e il prof. Leuckart ha asserito, considerando la cosa come sufficientemente provata rispetto all’uomo ed a certi animali domestici, che questo è veramente un importante fattore nel risultato. Così pure il periodo del concepimento è stato creduto essere causa efficace; ma recenti osservazioni contrastano questa credenza. Parimente nel genere umano si è supposto che la poligamia produca la nascita di un maggior numero di femmine; ma il dottor J. Campbell ha studiato accuratamente quest’argomento negli harem di Siam, ed egli conchiude che la stessa proporzione nelle nascite dei maschi e delle femmine è la stessa come nelle unioni monogame.


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L'origine dell'uomo e la scelta in rapporto col sesso
di Charles Darwin
A. Barion
1926 pagine 830

   





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