Noi vediamo l’esempio di questo principio nelle piante; siccome quelle che portano un numero maggiore di semi producono piante piccole, mentre quelle che comparativamente producono pochi semi sovente producono grossissime piante bene adatte a fornire il nutrimento ai loro semi. Quindi la prole di genitori che hanno perduto minor forza nel produrre maschi superflui dovrebbe avere maggior probabilità di sopravvivere, e dovrebbe ereditare la stessa tendenza a non produrre maschi superflui, mentre conserverebbe tutta la piena fecondità nella produzione delle femmine. Questo seguirebbe pure nel caso inverso del sesso femminile. Tuttavia sarebbe difficile porre ostacolo in questo modo indiretto ad ogni più lieve eccesso di uno dei due sessi. E infatti non è stata sempre impedita una notevole disuguaglianza nel numero dei sessi, siccome abbiamo veduto nei vari casi citati nel precedente discorso. In quei casi le cagioni ignote che determinano il sesso dell’embrione, e che mercè certe condizioni hanno per effetto la produzione di un sesso in eccesso sull’altro, non sono state vinte dalla sopravvivenza di quelle varietà che furono soggette al minore consumo di materia organizzata e di forza per la produzione d’individui superflui di questo o di quel sesso. Nondimeno possiamo conchiudere che la scelta naturale tenderà sempre, sebbene talora non sufficientemente, ad agguagliare i numeri relativi dei due sessi.
Avendo parlato così lungamente dell’agguagliamento dei sessi, si può aggiungere ancora alcune poche osservazioni intorno alla regolarizzazione mercè la scelta naturale della ordinaria fecondità delle specie.
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