Nell’ala destra, ma non nella sinistra, vi è una piastrella trasparente quanto il talco, circondata da nervature, chiamata lo specchio. Nell’Ephippiger vitium, un membro della stessa famiglia, abbiamo una curiosa modificazione subordinata; perchè le elitre sono molto rimpicciolite, ma "la parte posteriore del protorace s’innalza in una sorta di cupola sulle elitre, che ha probabilmente lo scopo di accrescere il suono".
Vediamo quindi che l’apparato musicale è più vario o più specificato nei Locustidae che comprendono, credo, i più potenti suonatori dell’ordine, che non negli Achetidae in cui le due elitre hanno la stessa struttura e la stessa funzione. Tuttavia Landois ha scoperto in uno dei Locustidae, cioè nel Decticus, un breve e stretto arco di dentini, semplici rudimenti sulla superficie inferiore dell’elitra destra che sostiene l’altra e non vien mai adoperato come arco. Io ho osservato la stessa struttura rudimentale sul lato posteriore dell’elitra destra nella Phasgonura viridissima. Quindi possiamo con piena fiducia dedurre che i Locustidae discendono da una forma, nella quale, come negli Achetidae attuali, le due elitre avevano nervature seghettate sulle superfici inferiori e che potevano venire adoperate indifferentemente come un arco, ma che nei Locustidae le due elitre andarono graduatamente modificandosi e perfezionandosi mercè il principio della divisione del lavoro, l’una operando esclusivamente come arco e l’altra come violino. Non sappiamo con quale progresso abbia avuto origine l’apparato più semplice degli Achetidae, ma è probabile che le parti basali delle elitre si ravvolsero dapprima come stanno ora, e lo sfregamento delle nervature produsse un suono aspro, come mi sembra essere ora il caso per le elitre delle femmine.
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