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      Quando parleremo degli uccelli avrò da ragionare intorno a tutta la questione se le differenze nel colore fra i maschi e le femmine siano state in parte specialmente ottenute da queste ultime per servire a proteggerle; cosicchè qui non darò che alcuni inevitabili particolari.30
      In tutti i casi in cui avesse prevalso la forma più comune di uguale eredità nei due sessi, la scelta dei maschi dai vivaci colori avrebbe avuto una tendenza a produrre femmine vivacemente colorite; e la scelta delle femmine dai colori smorti avrebbe prodotto maschi di colore smorto.31 Se i due processi avessero progredito simultaneamente, essi avrebbero avuto una tendenza a neutralizzarsi a vicenda. Per quanto io posso vedere, sarebbe sommamente difficile mutare mercè la scelta una forma di eredità nell’altra. Ma per la scelta e le successive variazioni, che erano dapprima limitate sessualmente nella loro trasmissione, non avrebbe dovuto esservi la benchè minima difficoltà nel dare colori brillanti ai soli maschi, e contemporaneamente o susseguentemente colori smorti alle sole femmine. In quest’ultimo modo le femmine delle farfalle diurne o notturne possono, ciò che ammetto pienamente, essere divenute meno appariscenti per lo scopo della protezione, e molto differenti dai loro maschi.
      Il sig. Wallace ha ragionato molto fortemente in favore dell’opinione che quando i sessi differiscono, la femmina è stata specialmente modificata allo scopo di protezione; e che ciò siasi operato con una forma di eredità, cioè la trasmissione dei caratteri ai due sessi, essendo poi stata mutata per l’azione della scelta naturale nell’altra forma, cioè la trasmissione ad un sesso solo.


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L'origine dell'uomo e la scelta in rapporto col sesso
di Charles Darwin
A. Barion
1926 pagine 830