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      Ma in moltissimi animali, come si sa essere il caso nel filugello domestico, il maschio può fecondare due o tre femmine; cosicchè la distinzione dei maschi non sarebbe tanto nocevole alla specie quanto quella delle femmine. D’altra parte il dottor Wallace crede che nelle farfalle notturne la prole di una seconda e terza fecondazione possa essere più debole, e quindi non abbia probabilità di vivere. Quando i maschi sono in molto maggior numero che non le femmine, senza dubbio molti maschi possono essere distrutti senza danno della specie; ma non comprendo come gli effetti della scelta ordinaria, per lo scopo della protezione, possano sentire l’azione del fatto che i sessi siano in numero disuguale; perchè la stessa proporzione degli individui più appariscenti, siano maschi o femmine, sarebbe probabilmente distrutta. Se invero i maschi presentassero una maggiore cerchia di variazione nel colore, l’effetto sarebbe differente; ma qui non è il caso di tener dietro a questi complessi particolari. In ogni modo non posso scorgere che la disuguaglianza nel numero dei due sessi possa influire in qualche grado un po’ spiccato sugli effetti della scelta ordinaria sul carattere della prole.
      Le femmine dei lepidotteri richiedono, come afferma il dottor Wallace, alcuni giorni per deporre le loro uova fecondate e cercare un luogo acconcio; durante questo periodo (mentre la vita del maschio non ha importanza) le femmine dai colori vivaci sono esposte a molti rischi e van soggette ad essere distrutte.


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L'origine dell'uomo e la scelta in rapporto col sesso
di Charles Darwin
A. Barion
1926 pagine 830

   





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