Da queste considerazioni il sig. Bates deduce che le farfalle le quali imitano le specie protette hanno acquistato il loro aspetto attuale meravigliosamente ingannevole mercè la variazione e la scelta naturale, onde essere scambiate pei generi protetti e sfuggire quindi al pericolo di essere divorate. Qui non si tenta di dare alcuna spiegazione intorno ai colori brillanti delle farfalle imitate, ma solo si tratta delle imitatrici. Dobbiamo considerare i colori delle prime nel medesimo modo generale, come nei casi precedentemente discussi in questo capitolo. Dopo la pubblicazione dello scritto del sig. Bates, fatti simili e parimente notevoli sono stati osservati dal signor Wallace nelle regioni Malesi, e dal sig. Trimen nell’Africa meridionale.
Siccome alcuni scrittori hanno trovato molto difficile comprendere come possano essere stati compiuti i primi stadi nel processo della imitazione mercè la scelta naturale, sarà bene osservare che il processo probabilmente non è mai cominciato in forme grandemente dissimili nel colore. Ma in due specie moderatamente simili fra loro la più intima rassomiglianza può venire in breve compiuta qualora sia di qualche beneficio; e se la forma imitata si andava in seguito graduatamente modificando per opera della scelta sessuale o per qualche altro motivo, la forma imitante avrebbe tenuto dietro alla stessa traccia, e si sarebbe in tal modo modificata in un grado quasi uguale, cosicchè avrebbe potuto infine assumere un aspetto od un coloramento al tutto dissimile da quello degli altri membri dello scompartimento a cui apparteneva.
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