Secondariamente i loro colori brillanti non servono in nessun modo consueto di protezione. Come esempio di ciò il signor Bates mi informa che il bruco più appariscente che egli abbia mai veduto (quello di una sfinge) viveva sulle grandi foglie verdi di un albero delle aperte pianure dell’America meridionale; era lungo circa dieci centimetri, rigato trasversalmente di nero e giallo, col capo, le zampe e la coda di un rosso splendido. Quindi attirava lo sguardo di chiunque passasse alla distanza di qualche metro, e senza dubbio di ogni uccello che passasse.
Allora mi rivolsi al signor Wallace che ha un genio innato per sciogliere le difficoltà. Dopo qualche considerazione mi rispose: "Moltissimi bruchi hanno bisogno di essere protetti, come possiamo vedere da ciò che certi generi sono forniti di spine e di peli irritanti, o per essere di color verde come le foglie di cui si nutrono, o coloriti curiosamente come i rami degli alberi sui quali sogliono vivere". Posso aggiungere, come altro esempio di protezione, che vi è il bruco di una farfalla notturna, come mi ha informato il sig. J. Mansel Weale, che vive sulle mimose dell’Africa meridionale, e si fabbrica per sè un ricovero, che non si distingue affatto dalle spine circostanti. Per queste considerazioni il sig. Wallace credeva probabile che i bruchi dotati di colori appariscenti fossero protetti pel loro sapore nauseante; ma siccome la loro pelle è sottilissima, e i loro intestini escono subito da una ferita qualunque, la più leggera beccata fatta da un uccello sarebbe tanto fatale per loro quanto l’essere divorati.
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