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      In un’altra specie, il M. peronii, il maschio ha una spazzola simile a quella della femmina dell’ultima specie, mentre i lati della coda della femmina sono lisci. In alcune altre specie si osserva che la stessa parte della coda è nel maschio un tantino scabra, mentre nella femmina è al tutto liscia; ed infine in altre i due sessi hanno quelle parti lisce. In quello strano mostro che è la Chimaera monstruosa, il maschio ha un osso unciniforme sull’apice del capo, diretto allo innanzi, colla punta arrotondata e coperta di acute spine; nella femmina "manca al tutto questa corona": ma non si conosce affatto a quale uso possa servire.
      Le strutture finora descritte sono permanenti nel maschio quando è divenuto adulto; ma in alcuni Blenni ed in altri generi affini si sviluppa sul capo del maschio una cresta durante solo la stagione degli amori, ed il loro corpo assume nel tempo stesso colori più vivaci. Non vi può essere guari dubbio che questa cresta non serva di ornamento sessuale temporaneo, perchè non se ne rinviene traccia nella femmina. In altre specie dello stesso genere i due sessi hanno una cresta, ed almeno in una specie nessuno dei due sessi ne è fornito. In questo caso e in quello del Monacanthus abbiamo buoni esempi della grandissima variabilità dei caratteri sessuali in forme strettamente affini. In molti Chromidae, per esempio nel Geophagus e specialmente nel Cichla, i maschi, secondo quello che ho udito dal professore Agassiz, hanno sulla fronte una protuberanza vistosa, che manca al tutto nelle femmine e nei maschi giovani.


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L'origine dell'uomo e la scelta in rapporto col sesso
di Charles Darwin
A. Barion
1926 pagine 830

   





Chimaera Blenni Monacanthus Chromidae Geophagus Cichla Agassiz