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      Imparano a cantare dai loro allevatori e talora anche dai loro vicini. Tutti i cantatori comuni appartengono all’ordine degli Insessores, ed i loro organi vocali sono molto più complessi che non quelli della maggior parte degli uccelli; tuttavia è un fatto singolare che alcuni fra gli Insessores, come i corvi, le cornacchie, le gazze posseggono l’apparato proprio sebbene non cantino mai e non modulino naturalmente in modo molto esteso la loro voce. Hunter asserisce che nei veri cantatori i muscoli della laringe sono più forti nei maschi che non nelle femmine; ma, tranne questa lieve eccezione, non v’ha differenza negli organi vocali dei due sessi, quantunque i maschi di molte specie cantino tanto meglio e tanto più lungamente delle femmine.
      È notevole che soltanto gli uccelli piccoli cantano propriamente. Tuttavia il genere Menura d’Australia deve essere eccettuato, perchè la Menura Alberti, che ha circa la mole di un tacchino a metà cresciuto, non solo imita altri uccelli, ma "il suo proprio zufolìo è sommamente piacevole e svariato". I maschi si raccolgono a congrega e formano "piazze fortificate", ove cantano, sollevando ed espandendo le loro code come pavoni, ed abbassando le ali. È pure notevole che gli uccelli che cantano sono di raro ornati di colori brillanti o altri ornamenti. Dei nostri uccelli inglesi, eccettuato il ciuffolotto ed il cardellino, i migliori cantatori hanno colori semplici. Il gruccione, il martin pescatore, la gazza marina, l’upupa, i picchi, ecc., mandano aspre grida; ed i brillanti uccelli dei tropici appena si possono chiamare cantatori.


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L'origine dell'uomo e la scelta in rapporto col sesso
di Charles Darwin
A. Barion
1926 pagine 830

   





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