Per la mancanza della parte più spessa dell’anello, l’ocello superiore, sebbene perfetto in tutti gli altri rispetti, sembra come se il suo apice fosse stato obliquamente esportato. Io penso che chiunque crede che il piumaggio del fagiano Argo è stato creato come lo vediamo ora, sarebbe assai imbarazzato a spiegare la condizione imperfetta degli ultimi ocelli. Aggiungerò che nelle penne secondarie delle ali più lontane dal corpo tutti gli ocelli sono più piccoli e meno perfetti che non nelle altre penne, colle parti superiori degli anelli neri esterni deficienti; come nel caso testè menzionato. Qui l’imperfezione sembra avere relazione col fatto che le macchie in questa penna mostrano minor tendenza del solito a divenire confluenti in strisce, al contrario sono spesso spezzate in tante macchie più piccole, cosicchè due o tre file scorrono da ogni ocello.
Abbiamo ora veduto che si può tener dietro ad una serie perfetta, da due macchie quasi semplici, dapprima al tutto distinte fra loro, fino ad uno dei meravigliosi ornamenti ad occhi. Il sig. Gould, che ebbe la compiacenza di darmi alcuna di queste penne, è pienamente d’accordo con me intorno alla compiuta graduazione. È chiaro che gli stadi di sviluppo che presentano le penne sullo stesso uccello non ci mostrano necessariamente gli stadi percorsi dagli estinti progenitori della specie; ma probabilmente ci danno un po’ di luce sugli stadi attuali, ed almeno provano colla dimostrazione che una graduazione è possibile. Se pensiamo alla grande cura colla quale il fagiano Argo maschio mette in mostra le sue penne agli occhi della femmina, come pure ai tanti fatti che rendono probabile che le femmine degli uccelli preferiscono i maschi più attraenti, nessuno che ammetta l’azione della scelta vorrà negare che una semplice macchia oscura con alcune sfumature fulve non possa essere convertita, mercè l’approssimazione e la modificazione delle macchie vicine, insieme a qualche lieve aumento di colore, in uno dei cosidetti ornamenti elittici.
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Argo Argo Gould
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