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      In conseguenza si può aspettare di vedere le femmine partecipare sovente della splendidezza dei maschi in un grado più o meno grande; e questo segue con un gran numero, di specie. Se tutte le successive variazioni fossero trasmesse egualmente ai due sessi, non si distinguerebbero dai maschi; e questo parimente segue in molti uccelli. Tuttavia se i colori smorti durante l’incubazione fossero di grande importanza per la salvezza della femmina, come in molti uccelli terragnoli, le femmine che avessero variato in splendidezza, o che avessero ricevuto, mercè l’eredità dei maschi qualche accrescimento distinto di vistosità, si sarebbero presto o tardi distrutte. Ma la tendenza nei maschi a continuare a trasmettere per un periodo indefinito alla loro prole femminina la propria bellezza di colori sarebbe stata eliminata da un mutamento nella forma di eredità; e questa, come abbiamo dimostrato con precedenti illustrazioni, sarebbe stata sommamente difficile. Il risultato più probabile della distruzione lungamente continuata delle femmine dai colori più brillanti, supponendo che prevalesse la forma eguale di trasmissione, sarebbe stata la perdita o la distruzione dei colori brillanti dei maschi, in conseguenza del loro continuo incrociamento con femmine dai colori smorti. Sarebbe poco dilettevole tener dietro a tutti gli altri possibili risultati; ma io posso ricordare al lettore ciò che è dimostrato nell’ottavo capitolo, che se le variazioni nel colore sessualmente limitate avessero avuto luogo nelle femmine, anche se non fossero state per nulla nocevoli ad esse ed in conseguenza non fossero state eliminate, tuttavia non sarebbero state favorite o scelte, perchè il maschio accetta usualmente qualunque femmina, e non sceglie gli individui più attraenti; quindi queste variazioni andrebbero soggette a perdersi ed avrebbero poca azione sul carattere della razza; e questo aiuterà a spiegare perchè le femmine siano comunemente meno brillantemente colorite, che non i maschi.


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L'origine dell'uomo e la scelta in rapporto col sesso
di Charles Darwin
A. Barion
1926 pagine 830