In questi due casi la grande lunghezza delle penne della coda deve essere in qualche grado incomoda per la femmina; e siccome nelle due specie le penne della coda della femmina sono in certo modo più corte di quelle del maschio, si può arguire che il loro pieno sviluppo sia stato impedito per opera della scelta naturale. Giudicando da questi casi, se nella pavonessa lo sviluppo della coda è stato impedito solo quando è divenuto sconvenientemente o pericolosamente lunga, essa avrebbe acquistato una coda molto più lunga che non quella che possiede attualmente; perchè la sua coda non è quasi tanto lunga, relativamente alla mole del corpo, quanto quella di molte femmine di fagiani, nè più lunga che non quella della femmina del tacchino. Bisogna anche tenere bene in mente che, secondo questo modo di vedere, appena la coda della pavonessa divenne pericolosamente lunga, ed il suo sviluppo fu in conseguenza arrestato, essa avrebbe continuamente reagito sulla sua prole maschile, e così avrebbe messo ostacolo a ciò che il pavone acquistasse il suo magnifico strascico attuale. Noi possiamo quindi dedurre che la lunghezza della coda nel pavone e la sua brevità nella pavonessa sono l’effetto delle variazioni requisite nel maschio che sono state dapprima trasmesse alla prole maschile sola.
Veniamo ad una conclusione quasi somigliante rispetto alla lunghezza della coda di varie specie di fagiani. Nel fagiano orecchiuto (Crossoptilon auritum) la coda è di uguale lunghezza nei due sessi, cioè misura da quarantuno a quarantaquattro centimetri; nel fagiano comune è lunga nel maschio quasi cinquantadue centimetri, e trentun centimetri nella femmina; e finalmente nel fagiano di Reeve è talora effettivamente lunga un metro e ottantasette centimetri nel maschio e quarantuno nella femmina.
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Crossoptilon Reeve
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