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      Così nelle varie specie la coda della femmina differisce molto nella lunghezza, senza corrispondenza con quella del maschio; e questo può essere attribuito, secondo il mio parere, con molta probabilità, alle leggi di eredità, - vale a dire a ciò che le successive variazioni sono state dapprima più o meno limitate intimamente nella loro trasmissione al sesso maschile, - che non all’azione della scelta naturale, in seguito a ciò che la lunghezza della coda era nocevole in un grado più o meno grande alle femmine delle varie specie.
      Noi possiamo ora considerare gli argomenti del sig. Wallace rispetto alla colorazione sessuale degli uccelli. Egli crede che le tinte brillanti originariamente acquistate. mercè la scelta sessuale, dai maschi sarebbero state trasmesse in tutti o in quasi tutti i casi alle femmine, a meno che la scelta naturale non ne avesse arrestato la trasmissione. Posso qui ricordare al lettore che vari fatti in appoggio di questa opinione sono stati già riferiti rispetto ai rettili, agli anfibi, ai pesci ed ai lepidotteri. Il signor Wallace fonda la sua credenza principalmente, ma non esclusivamente, come vedremo in seguito nel prossimo capitolo, sul seguente fatto, che quando i due sessi sono coloriti in modo molto vistoso il nido è di una natura tale da nascondere l’uccello covante, ma quando vi è uno spiccato contrasto di colore fra i sessi, il maschio è di colore vivace e la femmina di colore smorto, il nido è palese ed espone l’uccello covante in vista. Questa coincidenza, fin dove giunge, sostiene certamente la credenza che le femmine che covano in nidi aperti sono state modificate specialmente per scopo di protezione.


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L'origine dell'uomo e la scelta in rapporto col sesso
di Charles Darwin
A. Barion
1926 pagine 830

   





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