Chiunque studi, per esempio, la relazione di Audubon intorno alle differenze fra i nidi della stessa specie nel nord e nel sud degli Stati Uniti, non avrà grande difficoltà ad ammettere che gli uccelli, sia per un mutamento (nel senso più stretto del vocabolo) nei loro costumi, o mercè la scelta naturale delle cosidette variazioni spontanee dell’istinto, abbia potuto essere prontamente indotto a modificare il suo modo di nidificazione.
Questo modo di considerare la relazione, fin dove può essere sostenuto, fra i colori brillanti delle femmine degli uccelli e il loro modo di nidificare, riceve un certo appoggio da alcuni casi analoghi che seguono nel deserto di Sahara. Colà, come in moltissimi altri deserti, vari uccelli, e molti altri animali, hanno avuto i loro colori armonizzati meravigliosamente colle tinte della superficie circostante. Nondimeno vi sono, come m’informa il rev. sig. Tristram, alcune curiose eccezioni a questa regola; così il maschio della Monticola cyanea è vistoso pel suo colore azzurro-brillante, e la femmina è quasi parimente vistosa pel suo piumaggio bruno screziato di bianco; i due sessi delle due specie di Dromolaea sono di un nero lucido, cosichè questi tre uccelli non ricevono per nulla protezione dai loro colori, tuttavia essi possono scampare, avendo acquistato l’abito, quando sono in pericolo, di rifugiarsi nelle buche o nei crepacci delle rocce.
Rispetto ai gruppi di uccelli specificati sopra, in cui le femmine sono colorite vistosamente e fabbricano nidi nascosti, non è necessario supporre che ogni specie separate abbia avuto i suoi istinti nidificatori specialmente modificati, ma solo che i progenitori primieri d’ogni gruppo siano stati indotti graduatamente a fabbricare nidi nascosti o a cupola; ed in seguito abbiano trasmesso questo istinto, unitamente ai loro brillanti colori, ai loro discendenti modificati.
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